Mangiare insetti: una soluzione alla crescente richiesta di proteine animali

Spesso ci capita di sentire esperienze e racconti di persone che hanno avuto l’occasione, nei loro viaggi in giro per il mondo, di assaggiare insetti cucinati nei modi più disparati o come ingredienti di alcune preparazioni: locuste fritte, blatte arrostite o farine a base di grillo, sono solo alcuni esempi.

Quanti di noi hanno quegli amici avventurieri che amano viaggiare e non si privano di nuove esperienze?
L’assaggio d’insetti, ad esempio, è sempre una di queste.

“L’esperienza mistica da provare almeno una volta nella vita”, così la descrivono i più.
Ci sono oltre 1.900 specie d’insetti commestibili e vengono consumati abitualmente in più di 90 Paesi del mondo. SI basi guardare all’Africa, alla stessa Europa, all’America.

Non vengono sempre consumati per sopperire alla mancanza di alternative nei paesi più poveri di risorse, anzi: rappresentano una vera e propria “prelibatezza”, e sono parte della tradizione culturale di certi popoli.
In Occidente, ad esempio, la tradizioni di nutrirsi di loro si ha per compensare il bisogno di debellarsi: l’insetto è il nemico da sconfiggere per gli agricoltori, colui che rovina il raccolto e fa razzie.

Nei prossimi 30 anni la FAO (Food and Agriculture Organization) ha previsto un raddoppio della richiesta di carne (si passerà dai 229 milioni di tonnellate attuali a ben 465), provocando quindi un aumento di emissioni di gas serra e lo sfruttamento di più risorse come terreni e acqua.

Bisogna quindi correre immediatamente ai ripari, tuttavia in Italia al momento non è possibile commercializzare insetti a scopo alimentare, e nel 2018 il Ministero della Salute ha espressamente vietato la commercializzazione degli insetti commestibili in Italia, in quanto non vi è l’autorizzazione, richiesta dal regolamento europeo, da parte dell’EFSA (l’Autorità europea per la sicurezza alimentare).
Eppure quotidianamente si è stimato un consumo inconsapevole di insetti di quasi 500 grammi, poiché in realtà ne è tollerata una piccola parte in quanto sotto forma di contaminazione alimentare impossibile da evitare. Lepidotteri nei farinacei ne sono un esempio lampante e sopratutto, tollerabile.

Ad oggi ci sono più PRO che CONTRO, se si vuole fare un paragone, ma sopratutto, per il futuro sempre più green di cui abbiamo bisogno, gli insetti potrebbero davvero apportare la differenza nell’abbattimento della contaminazione ambientale.
L’impatto che si può avere è enorme e significativo, sopratutto, si renderà necessario.

A livello economico, poi, non ci sono che benefici. Gli stessi scarti di cibo che noi non possiamo smaltire a livello alimentare, quali bucce di frutta e verdura, possono essere il punto di partenza per gli allevamenti di insetti commestibili.

Il riciclo deve sempre essere messo al primo posto, non ci si può più permettere sprechi di nessun genere.

Per i più curiosi di voi, o per chi semplicemente vuole informazioni tecniche a riguardo, noi di AINF consigliamo il TED Talk del professor Marcel Dicke, un uomo che ha fatto dell’entomologia un vero e proprio culto, diventandone un massimo esperto.